• Per amare la pesca non serve la licenza basta svegliarsi presto

Per amare la pesca non serve una licenza basta svegliarsi presto

La pesca che amiamo

Recita il proverbio: “chi dorme non piglia pesci”

Ma noi non ci riferiamo a questo tipo di pesca, la nostra è un frutto straordinariamente buono amato in tutto il pianeta.

Origini leggendarie della pesca

Una leggenda racconta e indica la sua nascita come dovuta ad un seme che un pescatore aveva trovato nella pancia di un pesce e che aveva piantato nel suo giardino: ne nacque un albero dai fiori rosei e il frutto venne chiamato pesca per ricordare la sua origine.

Un lungo viaggio fatto di dolcezza

Questo frutto è originario della Cina dove se ne hanno notizie fin dal 2000 a.C. e sembra sia stata introdotta nel bacino mediterraneo a seguito delle spedizioni di Alessandro Magno, arrivando sino in Persia, da cui il nome persica. All’inizio venne coltivata in Grecia e poi arrivò in Italia e venne portata in Messico dagli Spagnoli.

Per amare la pesca non serve la licenza basta svegliarsi presto
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Sveglia… è tarda primavera

In primavera, il pesco produce meravigliosi fiori di colore rosa o, più di rado, rossi o bianchi, che compaiono prima delle foglie.

Esiste una notevole differenza tra le varietà. Infatti i petali possono essere piccoli e stretti oppure ampi e larghi. Se l’interno dei petali è di colore più scuro-aranciato, avremo frutti a polpa gialla, se invece è sfumato in chiaro i frutti saranno a polpa bianca.

Alcune varietà di pesche hanno una polpa che aderisce saldamente al nocciolo. Altre invece, hanno una polpa che si stacca facilmente.

La polpa, di solito, è succulenta, con sapore zuccherino più o meno acidulo. La consistenza è dovuta all’elevato contenuto in acqua e alla presenza di pectina. La colorazione della polpa dipende dalla varietà: può essere bianca, gialla o verdastra.

Licenza d’amare

Il pesco è un albero di dimensioni medio-piccole, che può raggiungere gli 8 metri di altezza. Il fusto dell’albero è dritto, con corteccia leggermente scabra. La corteccia è grigio-rossastra e tende a scurirsi con il tempo. L’albero ha un apparato radicale molto ramificato ed espanso, anche se piuttosto superficiale.

Il Pesco è uno degli alberi che simboleggia la primavera, mentre il suo frutto rappresenta l’immortalità, soprattutto per la cultura cinese.

Nell’Antico Egitto, invece, il pesco era sacro alla dea Hator e ad Arpocrate, corrispondente al dio Horus da piccolo, protettore dell’infanzia.

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Pesca e liquori, un connubio perfetto

Ottime anche con l’aggiunta di vino Moscato o rhum, nonché con amaretti pestati e cacao amaro in polvere, da consumare fredde o tiepide.  Le pesche vengono poi trasformate in confettura, sciroppate o possono dare origine a dolci straordinari e anche a succhi e liquori.

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Crostate o torte alla pesca

Tra i dessert più noti a base di pesca ricordiamo la pesca melba, inventato dallo chef francese Escoffier a Londra alla fine dell’Ottocento; mentre in Piemonte una ricetta tradizionale è quella delle pesche ripiene con un composto a base di uova, zucchero, amaretti sbriciolati e cacao.

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Pesche sia da sole che in compagnia

Sono davvero tanti gli impieghi delle pesche. Si consumano fresche, mangiandole a morsi o sbucciate, da sole o nelle macedonie di frutta.
Quando sono troppo mature si possono pulire accuratamente asportando ogni parte guasta e cuocere (tagliate a spicchi) semplicemente con zucchero di canna e un poco di succo di limone per non farle annerire. Inoltre, si possono affettare e far macerare (crude) per circa mezz’ora con zucchero di canna e vino rosso aromatico tipo Brachetto o Lambrusco o, se si preferisce, con Porto.